31 gennaio 2006

Tutti i fasci di Forza Italia, da "Il Manifesto" 31 gennaio 2006

Tutti i fasci di Fi
Rauti e la Fiamma con Forza Italia
A. CO.
Non è per difendere a tutti i costi i ragazzi neri delle curve e i loro infamissimi striscioni, ma come si fa a non chiedersi perché l'unanime scandalo che li bersaglia magicamente si dissolva quando dallo stadio si passa all'emiciclo della camera dei deputati. Silvio Berlusconi ha arruolato da poco Pino Rauti, già fondatore di Ordine Nuovo, poi effimero segretario del Msi anti-Fiuggi. Entusiasta del Cavaliere il nerissimo Pino contesta solo le sue posizioni pro-Israele. Posizione per molti versi comprensibile, ma dati i suoi trascorsi e i suoi numerosi scritti è lecito chiedersi se a dettarla non sia anche un certo antisemitismo, mai dissimulato. Non vuol mandare ai forni i tifosi della Lazio e del Livorno. In compenso, ove mai la Cdl vincesse le elezioni, avrebbe voce in capitolo e qualche potere di ricatto sulle scelte di governo. E' un po' peggio dell'inalberare striscioni, per quanto criminosi, ma nessuno se ne scandalizza troppo. Passi poi per Alessandra Mussolini, che sembra considera il fascismo una questione di famiglia, «no, il nonno non me lo tocchi», c'è da chiedersi però se nella sua Alternativa sociale, pur depurata dell'impresentabile Adriano Tilgher, figurino personaggi molto migliori di quelli che affollano la curva. Quanto a nazismo e antisemitismo orgogliosamente sbandierato nessuno è secondo a Maurizio Boccacci, già leader dei naziskin locali, oggi figura di spicco nella Fiamma tricolore di Luca Romagnoli (sino a qualche tempo fa considerato l'«erede» di Pino Rauti, dal quale si è poi affrancato per questioni più di potere che d'ideologia).

L'accordo tra Forza Italia e il movimento di Romagnoli e Boccacci non è ancora stretto. Arcore vorrebbe accorpare tutti gli eredi di Salò in un unico cartello, impresa ardua data la proverbiale litigiosità dei suddetti eredi. Sotto banco proseguono però ben avviate trattative per far posto ai nazisti nelle liste azzurre (otto per Romagnoli, solo due per donna Alessandra secondo le quotazioni di ieri, ma la partita è ancora tutta aperta). Certo, Arcore eserciterà il suo potere di veto, filtrerà le candidature secondo i criteri della massima presentabilità e il semaforo verde a uno come Boccacci non lo darà mai. Ma si tratta di un trucchetto e nulla più. I nazisti, oltre che allo stadio, si accingono a comparire nel partito azzurro.