20 marzo 2006

La sedia vuota


Il progetto del nuovo disco si fa sempre più chiaro: scaletta dei brani, produzione artistica, libretto del disco, e testi. I testi sono sempre l'ultima cosa che facciamo, anche perchè il difficile, data l'ahimè vastità di spunti che intercorrono nel lasso di tempo tra un disco e quello successivo, è proprio riassumere tutto in un numero limitato di versi....
Ed eccoci all'ultimo dei brani scritti fino ad ora, presentato per la prima volta sabato scorso allo Zona Bandita.
Ascoltavo "Stagioni" di Guccini e mi sono chiesto perchè non fare con i Talco un brano sul Che. La figura di Che Guevara ha sempre destato in me un'ammirazione infinita.......il mito di un medico cresciuto attraversando un continente disastrato dall'egoismo, dall'arrivismo e il neoliberismo del mondo occidentale, a fianco dei diseredati, dei minatori, i lebbrosi, e il rivoluzionario di cui tutte le generazioni hanno sentito parlare, e dal quale tutte le generazioni sono rimaste affascinate. Quell'eroe che considero forse l'unico vero comunista della storia.

Ma come scrivere un testo sul Che "personale", cioè diverso dalle altre canzoni scritte prima della nostra? C'è stagioni, c'è Transamerika, ecc. ecc........su cosa focalizzarci nel descrivere una figura di cui è stato detto tantissimo e ci sarebbe ancora troppo da dire?
E poi......non sarebbe troppo anacronistico parlare di un argomento del genere?

Niente affatto, direi: che c'è un lato del Che che è particolarmente attuale: quello dell'ideale dell'uguaglianza e dell'amore per la vita, la libertà e i diritti delle persone, valori che nessun compromesso dovrebbe affossare, ma che in questi anni accade in modo tragico: il ricordo di un uomo hce in nome dei suoi ideali mise in luce l'operato di quella che si definisce la miglior democrazia al Mondo, gli USA, o delle sue invettive contro l'URSS, in nome della salvaguardia dei valori di cui si faceva portatore......
Per questo ho deciso di intitolare il brano "LA SEDIA VUOTA": la sedia vuota all'Avana di un uomo del popolo che di "politico" non aveva niente, almeno nella concezione "occidentale-italiana" di politico. Ed è questo il lato che ho deciso di affrontare: la purezza degli ideali...........affinchè quei partiti pseudo di sinistra che tanto ci hanno deluso (con le questioni delle scalate e molte altre cose di cui abbiamo già parlato abbastanza...) si ricordino che le loro radici e la voce di cui si dovrebbero far portatori, è quella del popolo indignato, della gente comune e dei suoi valori, che non vanno macchiati in nessun modo per un'effimera poltrona.

In un periodo come questo, circondato da un volgare qualunquismo di fondo, la figura del Che penso sia più che attuale.....