07 gennaio 2006

Sharon per la pace? Illusione o menzogna (da "Il Manifesto", 27 novembre 2005)


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Intervista rilasciata da Michel Warschawski, esponente pacifista israeliano, condirettore dell'Alternative Information Center di Gerusalemme:

Il rapporto della UE che accusa il governo Sharon di espandere gli insediamenti ebraici e il muro a Gerusalemme est per imperdire che la parte orientale, occupata, divenga la capitale palestinese e, così facendo, di rendere impossibile una soluzione negoziata del conflitto, si basa su fatti concreti e ben noti a tutti. Semmai è scandaloso che si tenti di accantonarlo e che non si imponga ad Israele un congelamento degli insediamenti premessa questa di una futura pace. Sharon ha annunciato più volte la determinazione sua e del suo governo di aumentare gli insediamenti a Gerusalemme est per rendere impossibile un compromesso e sarà questa la sua piattaforma per le prossime elezioni.

SHARON QUINDI SI PRESENTERA' ALL'ELETTORATO COME L'UNICO IN GRADO DI PORTARE A TERMINE L'ANNESSIONE DI GERUSALEMME EST E DI GRAN PARTE DELLA WEST BANK...
Certamente. Il suo obiettivo dichiarato è quello di completare l'accerchiamento di Gerusalemme est e quindi di incorporare in Israele l'intera area metropolitana della città che costituisce parte rilevante della West Bank.

FONTI DEL GOVERNO ISRAELIANO HANNO REAGITO CON DUREZZA AL DOCUMENTO QUASI FOSSE IL FRUTTO DI UN CERTO ANTISEMITISMO...
Nulla di nuovo. Purtroppo il governo Sharon, e non solo lui, è solito accusare di antisemitismo qualsiasi critica alla politica israeliana e qualsiasi azione concreta per un compromesso di pace. E' un atteggiamento assai grave dal momento che in tal modo si banalizza lo stesso antisemitismo e se ne sminuisce la pericolosità.

PURTROPPO QUESTA TENDENZA E' EMERSA ANCHE IN ITALIA...
In Europa c'è una tendenza generale ad assistere senza fare nulla ai progetti di Sharon, come il muro, e all'erosione delle stesse basi di una pace possibile. Le affermazioni su una soluzione di compromesso che rispetti in qualche modo i diritti dei palestinesi hanno lasciato il passo alla tendenza ad accettare la politica dei fatti compiuti e a formare accordi a livello militare ed economico che assolvono e rafforzano la politica del governo israeliano. Basti pensare all'appalto preso da una ditta francese, con il beneplacito del governo, per una sorta di metropolitana di superficie, parte integrante del tentativo di annettere a Israele la parte orientale di Gerusalemme.

QUALI POSSONO ESSERE LE RAGIONI DI QUESTA RINUNCIA DA PARTE DELL'EUROPA?
Innanzitutto c'è il tentativo di ricucire lo strappo con gli USA e quindi di non assumere alcuna posizione che possa creare tensione con Washington e con il governo israeliano. In secondo luogo ci sono forti interessi economici e, a questi collegati, il diffondersi di una tendenza politica ed ecomica neoliberista nella quale non c'è più posto per i diritti umani, le risoluzioni dell'ONU, le convenzioni di Ginevra, i diritti dei popoli.

COSA PENSA DEI RECENTI CONVEGNI DELLA "SINISTRA PER ISRAELE", E DELLA RIVALUTAZIONE DI SHARON COME UOMO DI PACE?
Non c'è dubbio che questa offensiva si stia sviluppando anche tra i progressisti, con l'obiettivo di allontanare il centro-sinistra e i DS dal campo di coloro che difendono i diritti dei palestinesi in modo che questi restino isolati con i gruppi più radicali, liquidabili più facilmente come antisemiti. Per quanto riguarda Sharon nessuno può definirlo come uomo di pace dal momento che lui stesso ha definito con chiarezza i punti del suo progetto annessionistico. Lo stesso ritiro da Gaza - ha sostenuto Sharon - è avvenuto senza alcuna trattativa con i palestinesi e allo scopo di "rafforzare gli insediamenti" e la colonizzazione della West Bank. Coloro che parlano di un progetto di pace di Sharon sono ciechi o, più semplicemente, mentono di proposito.